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Agosto 19, 2020

Entro il 2025 saranno quasi due miliardi le persone che vivranno in territori caratterizzati da carenza e contaminazione idrica: ecco perché risulta fondamentale, ancora una volta, studiare nuove tecnologie per la purificazione ed il trattamento delle acque.

Purificazione acque, lo studio

A dirlo sono i ricercatori del SLAC National Accelerator Laboratory che, in collaborazione con l’Universität Paderborn, hanno svolto un’indagine pubblicata su Joule in cui analizzano tutti i possibili miglioramenti nel campo della purificazione delle acque.

Tra questi, ad esempio, vi è non solo una più ampia comprensione dei materiali impiegati, ma anche lo studio e l’analisi di strumenti d’avanguardia come i raggi x da sincrotrone. Come spiegato da Micheal Toney dello SLAC, la radiazione da sincrotrone potrebbe “far avanzare la scienza legata alla desalinizzazione, lavorando così ad una tecnologia che può avere un impatto forte davanti ai cambiamenti climatici”.

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Gli studiosi hanno focalizzato l’attenzione su due tipi di processi che potrebbero essere approfonditi ulteriormente grazie ai raggi x: la deionizzazione capacitiva e l’osmosi inversa, che spesso risultano però particolarmente dispendiosi.

Ecco perché – concludono gli esperti – se si vogliono soddisfare le esigenze attuali e future per un’acqua pura e pulita bisogna lavorare al miglioramento delle tecnologie esistenti e, se necessario, al loro superamento.

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