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Luglio 14, 2022

Un potenziale importante, ma poco sfruttato. È quanto emerso dall’indagine Utilitalia in merito al riuso delle acque reflue depurate in agricoltura. Nel corso del convegno “Climate change e servizio idrico: la sfida del Pnrr per un sistema efficiente e resiliente”, tenutosi l’11 luglio a Napoli in collaborazione con l’Università degli Studi Federico II e con l’Associazione Idrotecnica Italiana, è stato infatti presentato il rapporto “Il riutilizzo delle acque reflue in Italia”, da cui sono emersi una serie di numeri particolarmente indicativi.

Acque reflue, Utilitalia: “9 miliardi di metri cubi non sfruttati”

Nel nostro Paese sono attivi e funzionanti 79 impianti per la produzione di acqua depurata dal potenziale totale di 475 milioni di metri cubi l’anno, appena il 5% rispetto ai nove miliardi di metri cubi in uscita dai sistemi di trattamento. Ciò evidenzia una serie di limiti strutturali a cui è necessario far fronte soprattutto in un periodo come quello attuale, caratterizzato dall’emergenza legata alla siccità.

Acque reflue, la panoramica italiana

Di questi 79 impianti, infatti, solo 16 dispongono di una efficiente rete di trasporto e distribuzione dell’acqua; i restanti destinano le acque reflue all’uso agricolo diretto e indiretto, avvalendosi di canai irrigui già esistenti. 23, inoltre, sono le installazioni per le quali non è stata specificata ancora l’utilizzazione finale, a dimostrazione “delle incertezze e dei dubbi ancora presenti a livello di utilizzatori finali potenziali”.

Lo scenario futuro

Nonostante uno scenario attuale poco roseo, Utilitalia si è mostrata abbastanza ottimista per il futuro. Ad oggi sono in corso gli studi di fattibilità su 40 installazioni, mentre entro i prossimi cinque anni dovrebbero essere ultimati altri 23 impianti. Si ipotizza, dunque, un rapido aumento dei sistemi di trattamento in Italia, considerando anche che potrebbero essere resi idonei e sfruttati a tal fine i 7.781 impianti di depurazione avanzati che potrebbero esser produzione di acqua per il riuso.

Come sottolineato da Alessandro Russo, vicepresidente di Utilitalia, il nostro Paese dispone di “depuratori di ottima qualità che costituiscono una grande opportunità, tale da sostenere soprattutto il comparto agricolo”. Eppure “servono tante azioni congiunte per rispondere in maniera non emergenziale, ma strutturale, alla sete della terra”, ha aggiunto il Commissario Unico per la Depurazione, Maurizio Giugni.

L’uso di acque reflue depurate per irrigare e fertilizzare i campi coltivati era stato già proposto da ENEA e dall’Università di Bologna, in collaborazione con Irritec e Gruppo Hera, per far fronte al problema della carenza d’acqua in agricoltura.

 

Alessandra Marcelli

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