Maggio 27, 2021
Si chiama “osmosi inversa in batch” (letteralmente “a lotto”) l’innovativa variante al classico processo che ha come obiettivo depurare e desalinizzare l’acqua destinata al consumo umano. Il processo, sviluppato dal professore di ingegneria meccanica della Purdue University David Warsinger e dal suo team, prevede un minor dispendio di elettricità, risultando quindi meno impegnativo dal punto di vista energetico.
Osmosi inversa, l’innovativa variante al classico processo
Come noto, il classico processo di osmosi inversa si avvale di una membrana semipermeabile, nella quale viene fatta scorrere l’acqua applicando un alto livello di pressione. Nel caso di osmosi inversa in batch, i cui dettagli sono stati pubblicati su Desalination, non viene mantenuto un flusso costante di acqua in mare a questi livelli così elevati: il processo tratta l’acqua un po’ per volta, a lotto.
“La processazione di ogni lotto dura circa uno o due minuti”, ha spiegato Warsinger.
Per immettere i vari lotti di acqua in quella marina, il team di ingegneri ha provveduto alla realizzazione di un serbatoio ad alta pressione con pistone alternativo, in grado di essere azionato direttamente dal ciclo successivo, quindi dal lotto, di acqua.
Portando avanti un tipo di attività a intermittenza, i quantitativi di elettricità richiesta sono dunque inevitabilmente minori rispetto al processo classico di osmosi.
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Ridurre consumi e costi
I consumi dovuti al processo di osmosi inversa classica possono variare da 0,4 a7 kWh per metro cubo di acqua prodotta, facendo sì che “un terzo del costo di vita di un impianto di desalinizzazione sia energia”. Nel caso di osmosi inversa a lotti, per l’acqua di mare è stato calcolato un consumo specifico di energia pari a 1,88 kWh al metro cubo, con una salinità di 35 g/kg, un recupero del 50% e un flusso di permeati di 15 LHM.
“Secondo i nostri modelli, questo sistema offre il più basso consumo energetico mai ottenuto per la desalinizzazione”,ha assicurato infine Warsinger.
Alessandra Marcelli