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Agosto 3, 2020

Sembra assurdo pensarlo, eppure in tutto il Pianeta, ad oggi, vi è solo l’1% di acqua potabile. Tre persone su dieci non ne usufruiscono, due miliardi le persone totali che vivono in Paesi con un elevato stress idrico (Rapporto Mondiale delle Nazioni Unite sulla valorizzazione delle risorse d’acqua, 2019).

Le cause

Le cause di tale fenomeno sono da rinvenire anzitutto nell’eccessivo utilizzo di pesticidi che inquinano l’acqua, ma anche nello spreco che ne fa l’agricoltura: questa infatti ne utilizza ben il 70%, usufruendo anche di servici inefficienti di irrigazione che, nel corso degli anni, hanno finito col prosciugare fiumi e laghi. Un’altra motivazione alla base della crisi dell’acqua potabile è l’aumento cospicuo della popolazione mondiale: si stima che nel 2030 saremo un miliardo in più, nel 2050 addirittura più di due.

Acqua potabile in Italia

L’Italia è il paese che preleva il volume di acqua più alto dell’intera Unione Europea, 9.49 miliardi di mt cubi annui. Il consumo medio pro capite è di 220 litri di acqua al giorno, quasi il doppio di quelli della Germania (122), Francia (128) e Austria (137).

Con 428 litri a testa di acqua prelevata quotidianamente, in Italia viene continuamente superata la soglia limite del 20% di indice di sfruttamento idrico. Eppure, per limitare un problema che sta diventando sempre più urgente da risolvere, basterebbe solo prestare un po’ più di attenzione e limitare gli sprechi. (Fonte: Istat, 2019) Basti pensare a quando laviamo i denti: quanti di voi lasciano scorrere l’acqua dal rubinetto, tra una spazzolata e l’altra?

Leggi anche: Una persona su quattro non beve acqua dal rubinetto. Il motivo? Non si fida

E’ stato stimato che se durante questa operazione il rubinetto resta chiuso, basterebbe mezzo litro d’acqua; al contrario, con il rubinetto aperto, se ne vanno dai 12 ai 18 litri. Un altro modo per ridurre il consumo dispendioso di acqua, consiste nel preferire la doccia alla vasca da bagno. Con quest’ultima, infatti, ne sono richiesti dai 100 ai 160 litri;  se aprissimo il getto solo quando necessario, potremmo risparmiarne fino al 55%.

L’importanza della depurazione

I dati sopracitati riportano in auge l’importante tema della depurazione delle acque: l’Italia, in questo campo, è terzultima in Europa – davanti solo a Irlanda e Slovenia – con il 62,5% delle acque depurate, ben lontano dal 96,8 della Germania, dall’82 della Francia e dal 93,4 della Grecia. (Fonte: OCSE, 2015) Eppure, la normativa del 1999 definisce la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee per prevenire e ridurre l’inquinamento e per attuare il risanamento dei corpi idrici, ma anche con lo scopo di perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili.

In un Pianeta che, sconvolto dai cambiamenti climatici, sta vivendo un aumento notevole delle temperature ed un calo evidente di precipitazioni, lo spreco di acqua costituisce uno dei problemi più gravi. La risorsa più importante e strategica alla nostra sopravvivenza, sta pian piano scomparendo: ora bisogna agire.

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